Morte per mille pool: come la frammentazione della liquidità minaccia la DeFi
04/24/2025 00:57
Garantire una liquidità sostenibile sarà essenziale per il futuro della DeFi, afferma Jason Hall del Turtle Club.
Garantire una liquidità sostenibile sarà essenziale per il futuro della DeFi, afferma Jason Hall del Turtle Club.
La maturazione della Tecnologie DeFi ha creato un paradosso: mentre basi di codice collaudate e una crescente competenza tecnica hanno abbassato la barriera d'ingresso per il lancio di nuovi protocolli, garantire una liquidità sostenibile non è mai stato così difficile. Mentre migliaia di progetti, basati su infrastrutture sempre più standardizzate, competono per un pool di capitale limitato, l'ecosistema si trova ad affrontare una sfida sistemica che minaccia l'innovazione e la crescita autentiche.
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Il problema della frammentazione multidimensionale
La liquidità nella DeFi è frammentata tra protocolli, catene e coppie di token. Per i nuovi protocolli, garantire un'adeguata liquidità è fondamentale: senza di essa, l'adozione da parte degli utenti si blocca, i costi aumentano, i rendimenti diminuiscono e il volano di crescita non riesce ad accumulare valore. Questo crea una sfida fondamentale: ogni nuovo DEX, piattaforma di prestito o yield FARM deve competere per lo stesso pool limitato di capitale, suddividendo ulteriormente la liquidità disponibile. La domanda di liquidità supera di gran lunga l'afflusso di nuovo capitale.
Il concetto Finanza tradizionale di "costo del capitale" si è evoluto in "costo della liquidità" nella DeFi, ma senza framework standardizzati per valutare questo rischio, i protocolli faticano ad acquisire il capitale necessario per il lancio e la crescita efficace. I protocolli utilizzano i token nativi, i fondi dell'ecosistema e talvolta il proprio capitale per attrarre liquidità iniziale. Alcuni sottoincentivano, non riuscendo ad attrarre fornitori di liquidità. Altri sovraincentivano, esaurendo le tesorerie e creando pressione di vendita quando si sbloccano gli incentivi dei token. Entrambi gli approcci, in definitiva, compromettono la sostenibilità a lungo termine.
La tensione del protocollo VC
Questa errata valutazione crea una tensione fondamentale per i progetti finanziati da VC. Gli investitori che finanziano le società in portafoglio tramite accordi semplici per token futuri (SAFT) desiderano che i protocolli attraggano liquidità sufficiente per la crescita e l'utilità. Tuttavia, programmi di incentivi alla liquidità aggressivi diluiscono direttamente i loro investimenti in token.
Il risultato è spesso una tokenomica insostenibile: elevate emissioni iniziali per avviare la liquidità, creando metriche di successo artificiali che crollano al diminuire degli incentivi. Questo schema ostacola la vera innovazione, poiché approcci veramente innovativi affrontano costi sproporzionatamente più elevati per attrarre capitali.
Opacità del mercato e asimmetria informativa
Il problema è aggravato dalla mancanza di trasparenza. La maggior parte degli accordi di liquidità più significativi avviene tramite accordi privati over-the-counter (OTC) con termini poco chiari. I nuovi protocolli non hanno visibilità sui tassi di mercato per accordi comparabili, mentre gli operatori consolidati e le reti di insider controllano i FLOW di capitale.
Senza quadri di valutazione del rischio standardizzati, i fornitori di liquidità faticano a valutare le opportunità in modo efficace. Ciò porta a premi di rischio incoerenti tra protocolli simili e a una concentrazione di capitale in progetti con design familiari, anziché in Tecnologie e innovazione superiori.
Verso una soluzione: uno strato di liquidità neutrale
Ciò di cui l'ecosistema ha bisogno è la connettività tra capitale e protocolli: un livello indipendente dalla catena e neutrale rispetto ai protocolli, focalizzato sull'instradamento efficiente del capitale. Un sistema del genere:
- Crea visibilità sui costi di liquidità nei vari protocolli e catene.
- Stabilire parametri di riferimento adeguati al rischio per diverse categorie di protocollo.
- Abilitare protocolli per strutturare modelli di incentivi sostenibili.
- Aiutare i fornitori di capitale a implementare strategie basate su parametri di rischio trasparenti.
L'istituzione di un sistema di questo tipo T consiste nell'introdurre nuovi prodotti finanziari, ma nel creare una comprensione condivisa dei prezzi della liquidità che allinei gli incentivi tra gli allocatori di capitale e i protocolli.
In attesa
Con la maturazione della DeFi, la standardizzazione del coordinamento della liquidità e della valutazione del rischio sarà essenziale per l'efficienza del capitale. I protocolli che prospereranno dovrebbero essere quelli che risolvono problemi reali e portano vera innovazione nel settore, non necessariamente quelli con gli incentivi più aggressivi.
La sfida è chiara: la domanda di liquidità nella DeFi è praticamente infinita e l'offerta finita è di fondamentale importanza. Eppure, l'infrastruttura, i servizi e i meccanismi di determinazione dei prezzi che determinano i flussi di capitale dai detentori agli utenti sono rimasti significativamente indietro rispetto all'innovazione del protocollo. Colmare questo divario infrastrutturale rappresenta non solo un'opportunità per aumentare l'efficienza, ma una necessità per la crescita sostenibile dell'intero ecosistema DeFi.
Nota: Le opinioni espresse in questa rubrica sono quelle dell'autore e non riflettono necessariamente quelle di CoinDesk, Inc. o dei suoi proprietari e affiliati.
Jason Hall
Jason Hall è il CEO di Methodic Capital Management. Come veterano dell'esercito, Jason ha iniziato la sua carriera nei servizi finanziari come trader di derivati azionari autogestiti prima di passare a un hedge fund focalizzato sui Mercati di frontiera come trader di esecuzione. Da lì è entrato a far parte del fondo speculativo macro globale Bridgewater Associates, dove ha contribuito a creare diversi team di investimento prima di passare al front office, dove ha contribuito a gestire l'esposizione al beta multi-asset e al benchmark dell'azienda. Jason ha una laurea in Economia presso l'Università del Connecticut.
